Etichettatura mentale e imputazione

Per comprendere la presentazione Prasangika-ghelug dell'origine interdipendent (rten-’byung ’brel-ba) e la vacuità di esistenza autostabilita (rang-bzhin-gyis grub-pa; esistenza inerente), dobbiamo comprendere le distinzioni secondo questa scuola tra imputazione, etichettatura mentale e designazione, indicate con lo stesso verbo in tibetano (’dogs-pa, passato: btags-pa), che nella lingua colloquiale significa legare, attribuire o essere legato, da attribuire.

Questa triplice divisione è suggerita dall'asserzione Prasangika-ghelug dei tre tipi di fenomeni definitori imputati conoscibili (btags-yod):

  • imputato conoscibile su una base (rten-nas btags-pa'i btags-yod) – tali tipi di fenomeni sono annoverati nell’ “imputazione”
  • imputato conoscibile dalla cognizione concettuale (rtog-pas btags-pa'i btags-yod) – tali tipi di fenomeni sono inclusi nell’ “etichettatura mentale”
  • imputato conoscibile asserito da nomi ed etichette (ming-dang brda'i bzhag-pa'i btags-yod) – tali tipi di fenomeni sono considerati nella “designazione”.

Il termine sanscrito originale per fenomeno imputato conoscibile, prajnaptisat, è composto da prajnapti e sat. “Prajnapti” è il participio causale passivo della forma verbale da cui deriva il termine “prajna, consapevolezza discriminante” e quindi significa “qualcosa che viene discriminato (o conosciuto) da qualcos’altro”. “Sat” significa “esistenza” e quindi “esistenza come qualcosa che viene conosciuto in modo discriminante da qualcos’altro”. La definizione tibetana è un fenomeno validamente conoscibile che, una volta conosciuto, si basa sulla cognizione effettiva di qualcos'altro – vale a dire, una base per l'imputazione (gdags-gzhi):

  • sia immediatamente precedente che contemporanea ad esso
  • o solo immediatamente precedente, nel caso della vacuità, della mancanza di un'anima impossibile (bdag-med, mancanza del sè) e delle vere cessazioni (’gog-bden, vere cessazioni).

Secondo la scuola Prasangika-ghelug, questo è il livello grossolano dell'essere un imputato conoscibile. Il livello sottile e definitorio si riferisce a tutti e tre i tipi di fenomeni che sorgono in modo dipendente da una base di imputazione, che non esistono indipendentemente da essa e sono totalmente privi di qualsiasi cosa dalla parte della base di imputazione, come il suo segno caratteristico definitorio individuale (mtshan-nyid, sanscr. lakshana), che ha il potere di stabilirne l'esistenza. In questo senso più sottile, il termine tibetano “btags-yod” è meglio tradotto come “esistente imputato”, piuttosto che “imputato conoscibile” come usato per il senso più grossolano del termine tecnico. Dal punto di vista di questo livello più sottile, tutte e tre le divisioni sono equivalenti; ma dal punto di vista del livello più grossolano ci sono delle differenze, ed è ciò che esploreremo.

L’imputazione

Le variabili influenzanti non congruenti e non statiche e i fenomeni statici

Le variabili influenzanti non congruenti e non statiche (ldan-min ’du-byed) come le persone, i periodi di tempo, l'impermanenza (non staticità) e alcuni fenomeni statici, come la vacuità e lo spazio, sono fenomeni che sono imputazioni su una base. Tali tipi di fenomeni imputati non possono esistere indipendentemente dalle loro basi di imputazione e, parimenti, le loro basi di imputazione non possono esistere indipendentemente dalle loro imputazioni, altrimenti non sarebbero basi d’imputazione. Sebbene le scuole non-Prasangika affermino che i segni caratteristici che definiscono tali fenomeni sono rintracciabili nelle loro basi d’imputazione, i prasangika lo confutano fermamente. Pertanto, le variabili influenzanti non congruenti e alcuni fenomeni statici sono “esistenti imputati”.

  • Una variabile influenzante non congruente è un fenomeno non statico che non è né una forma di fenomeno fisico né un modo di essere consapevoli di qualcosa, e non condivide i cinque fattori in comune, come l'oggetto cognitivo, con la coscienza primaria e i fattori mentali del suo seguito.

Ad esempio, una persona (gang-zag) non può esistere indipendentemente dai cinque fattori aggregati di esperienza (phung-po lnga; cinque aggregati) e questi non possono esistere indipendentemente dalla persona che è un'imputazione su di essi. Per semplicità, chiameremo i cinque aggregati semplicemente corpo e mente poiché in ogni cognizione in cui viene conosciuto solo uno dei cinque aggregati anche la persona è simultaneamente conosciuta.

Un corpo e una mente non possono esistere come tali indipendentemente dal fatto che esista una persona come imputazione su di essi, e una persona non può esistere indipendentemente da essi. In altre parole, un'imputazione su una base e la base su cui avviene l'imputazione sorgono in modo dipendente l'una dall'altra. L'una non crea l'altra: un corpo e una mente non esistono prima da soli e poi creano una persona e una persona non esiste prima da sola e poi crea un corpo e una mente. Inoltre, neanche il pensiero concettuale crea la persona, indipendentemente dal fatto che un feto sia consapevole o meno di se stesso come persona o pensi “io sono una persona”, è sempre una persona. 

Tra le variabili influenzanti non congruenti e i fenomeni statici, tuttavia, dobbiamo distinguere: 

(1) Quelli che durano quanto le loro basi di imputazione, ad esempio la persona come imputazione su un continuum individuale di cinque aggregati o l’impermanenza, la vacuità o lo spazio di una mela. 

  • Una persona dura quanto dura il continuum individuale dei cinque aggregati su cui è imputata cioè per sempre, senza inizio e senza fine. 
  • La non staticità, la vacuità e lo spazio di una mela durano quanto dura la mela su cui sono imputati: hanno un inizio e una fine simultaneamente al sorgere e al cessare della mela. 

(2) Quelli che sono avventizi, che sorgono e cessano in tempi diversi a partire dalla base su cui diventano imputazioni, ad esempio tendenze, abitudini costanti e categorie di oggetti e suoni. 

  • Le tendenze (sa-bon) delle emozioni disturbanti, comprese quelle dell'inconsapevolezza e le abitudini costanti (bag-chags) dell’afferrarsi ad un'esistenza veramente stabilita sono imputazioni, grosso modo, su un continuum mentale. Come il continuum mentale su cui sono imputazioni non hanno inizio ma, a differenza delle loro basi di imputazione, possono avere fine con una vera cessazione delle stesse. 
  • Anche le tendenze karmiche e le categorie di oggetti e uditive sono imputazioni, grosso modo, su un continuum mentale. A differenza del continuum mentale su cui sono imputazioni, però, le tendenze karmiche hanno inizio immediatamente dopo un'azione karmica e possono avere fine con la loro totale purificazione e quindi con un vero arresto delle stesse. Le categorie di oggetti, come la categoria "computer", hanno inizio nel nostro continuum mentale quando impariamo per la prima volta a conoscere i computer; e le categorie audio, come la categoria del suono della parola "computer", hanno inizio quando impariamo la parola. Tutte le categorie possono avere fine nel nostro continuum mentale con il raggiungimento dell'illuminazione.
  • I continua mentali su cui vengono imputate tendenze, abitudini costanti e categorie oggettuali e uditive servono come basi per l'imputazione solo finché durano queste imputazioni. Prima del loro sorgere e dopo la loro cessazione, i continua mentali esistono ancora come tali, senza inizio né fine, ma non esistono come basi per l'imputazione di queste tendenze, abitudini costanti e categorie.   

Le variabili influenzanti non statiche e non congruenti e i fenomeni statici, in quanto fenomeni imputati, sono imputati conoscibili nel senso grossolano del termine. Quando vediamo il corpo di una persona, ad esempio, l’oggetto focale (dmigs-yul), equivalente all'oggetto che appare (snang-yul) della cognizione include sia il corpo che la persona; esistono inseparabilmente l'uno dall'altro. In altre parole, vediamo la combinazione di un corpo e una persona come un'imputazione su di esso e questa combinazione appare alla nostra cognizione. Tuttavia, prima conosciamo esplicitamente (dngos-su rtogs-pa) il corpo e poi conosciamo esplicitamente sia il corpo che la persona.

  • Conoscere un oggetto significa averne una cognizione precisa e decisiva.
  • Con la conoscenza esplicita appare nella cognizione un'apparenza cognitiva (rnam-pa, un ologramma mentale) dell'oggetto d’impegno (’jug-yul).
  • L’oggetto d’impegno di una cognizione è l'oggetto principale con cui si impegna la cognizione.

La conoscenza esplicita accerta quindi innanzitutto (nges-pa) il corpo che le appare: in altre parole, separa decisamente il corpo da tutto ciò che si vede simultaneamente intorno a lui. Così la conoscenza esplicita è accompagnata dalla conoscenza implicita di “nient’altro che sé stessa”. Con essa quindi non si apprende altro che la stessa.

  • Questo tipo di "nient'altro che se stessa" (ldog-pa) è chiamato “esclusione di oggetti caratterizzati individualmente di qualcos'altro" (don rang-mtshan-gyi gzhan-sel, esclusione di oggetti, isolatore di oggetti). È un'entità oggettiva non statica.

La conoscenza esplicita accerta sia il corpo che la persona e, così facendo, esclude decisamente la conoscenza di qualsiasi altra cosa che sia un'imputazione del corpo, come la sua impermanenza. Nel primo momento, quindi, l’oggetto d’impegno della cognizione è il corpo e nel secondo momento sia il corpo che la persona, nonostante il fatto che la combinazione del corpo e della persona come imputazioni su di esso sia l’oggetto focale e l’oggetto apparente di entrambi i momenti della conoscenza esplicita.

La stessa analisi si applica al vedere un oggetto non statico e alla sua non staticità (impermanenza) o al suo movimento. Ad esempio, nel primo momento in cui vediamo passare un'auto, la nostra conoscenza esplicita accerta l'auto e, nel secondo momento, quando si muove, accerta sia la macchina che il suo movimento. Tuttavia, mentre l’auto passa, l’auto e il suo movimento non esistono indipendentemente l’una dall’altro.

Anche nel caso della cognizione non concettuale della vacuità, un oggetto e la sua vacuità non esistono indipendentemente l'uno dall'altra. Quando vediamo l'oggetto, nel primo momento lo accertiamo e, nel secondo momento, accertiamo sia l'oggetto che il modo impossibile di esistere che su di esso viene proiettato. Nel terzo momento, con la comprensione corretta e decisiva che questo modo impossibile di esistere non corrisponde alla realtà, eliminiamo tutte le apparenze sia dell'oggetto che di questo modo impossibile di esistere. Cogliamo solo la sua vacuità, la totale assenza di questa esistenza impossibile. In questo caso, la cognizione della vacuità si basa su una cognizione immediatamente precedente della sua base di imputazione, vale a dire l'oggetto, ma non avviene con la cognizione simultanea della sua base. 

  • Notate che questa spiegazione riguarda solo la conoscenza della vacuità; ciò non significa che ogni volta che conosciamo la base d’imputazione di una vacuità conosceremo anche la sua vacuità. Ogni volta che vediamo il nostro corpo, ad esempio, se ci manca la consapevolezza discriminante della vacuità, non ne conosciamo in modo accurato e deciso la vacuità. 

Gli oggetti interi

Tra i fenomeni imputati rientrano anche gli oggetti interi (cha-can) come imputazioni su parti fisiche e/o temporali (cha). Le parti di un tutto non possono esistere come parti di quel tutto indipendentemente dal tutto di cui fanno parte, e un tutto non può esistere indipendentemente dalle sue parti. Potrebbe essere rimasto solo un pezzo di torta, tuttavia, un pezzo di torta può esistere come pezzo solo in relazione a un'intera torta di cui era parte.

Un altro esempio, anche se quando guardiamo una stanza possiamo vederne solo una parte alla volta, convenzionalmente diciamo che stiamo guardando la stanza. La parte che vediamo non è una parte del nulla ma della stanza. La stanza nel suo insieme non corrisponde solo alla parte che entra nel nostro campo visivo, né esiste come qualcosa di totalmente separato dalla parte che vediamo. La stanza nel suo insieme è un'imputazione delle parti e le pervade tutte. Sebbene una parte della stanza possa essere stata costruita prima del resto, tuttavia l'intera stanza e le sue parti esistono in dipendenza l'una dalle altre. Il termine tecnico è che esse sono origini interdipendenti (rten-cing ’brel-bar ’byung-ba), sorgono o esistono in dipendenza l'una dalle altre.

La stessa analisi si applica all'insieme come imputazione su parti temporali, ad esempio vediamo solo un momento alla volta di una partita di calcio, non possiamo vedere l'intero gioco in un momento. Ma ogni momento in cui la guardiamo è convenzionalmente chiamato “guardare la partita”, nonostante ne vediamo solo una parte temporale. L'intero gioco non è identico ad alcun momento singolo, né esiste separatamente da esso. Piuttosto, l'intero evento è un'imputazione su ogni momento di ciò che stiamo guardando e pervade o si estende su tutti i momenti.

A differenza degli oggetti imputati conoscibili, come il movimento, non conosciamo prima una parte di qualcosa e poi nel momento successivo conosciamo sia quella parte che il tutto che è un'imputazione su di essa. Conosciamo simultaneamente una parte e il tutto come un'imputazione su di essa. Quando vediamo parte di una stanza, vediamo contemporaneamente una stanza; e quando guardiamo alcuni istanti di una partita di calcio, stiamo guardando una partita di calcio. Potremmo anche non aver visto ogni parte di una stanza semplicemente guardandola, e potremmo non aver visto un'intera partita di calcio; tuttavia, convenzionalmente abbiamo visto la stanza e la partita.

La stessa analisi vale per il vedere una persona. Sebbene possiamo vedere qualcuno solo per un momento o solo per un breve periodo, la persona nel suo insieme, oggetto validamente conoscibile, si estende non solo per tutta questa vita, ma anche per tutte le vite, senza inizio né fine. Quando ho un incontro con Maria, per esempio, non vedo solo un momento di Maria; in ogni momento vedo Maria che ha una vita intera, così come innumerevoli vite passate e future, nonostante dica o faccia qualcosa di diverso in ogni momento dell'incontro.

Inoltre, quando vedo Maria la vedo solo come un'imputazione sull'aggregato della forma del suo corpo. Sebbene non conosca gli altri quattro aggregati sui quali è imputata Maria – la sua coscienza, le sue sensazioni, distinzioni ed emozioni – tuttavia vedo Maria come una persona che è un’imputazione su tutti e cinque gli aggregati.

Gli oggetti convenzionali del senso comune

Similmente tra gli oggetti imputati sono inclusi gli oggetti convenzionali (tha-snyad-pa, sanscr. vyavahara) che includono forme di fenomeni fisici che si estendono sulle informazioni raccolte da tutti i sensi e nel tempo, e che sono imputazioni sui dati di qualsiasi senso in un certo momento. Tali tipi di oggetti convenzionali sono anche conosciuti come “oggetti fisici del senso comune” (’jig-rten-la grags-pa).

Ad esempio, quando vediamo un'arancia non vediamo solo una forma colorata ma un'arancia del senso comune che ha anche altre qualità sensoriali caratteristiche, come un odore, un gusto e una sensazione tattile. Inoltre, anche se vediamo un'arancia solo un momento alla volta, un'arancia del senso comune non esiste per un solo momento ma la sua esistenza convenzionale si prolunga nel tempo.

Come nel caso del vedere una stanza e una partita di calcio, il vedere la forma colorata di un'arancia e il vedere l'arancia si verificano simultaneamente. Potremmo non annusare, assaggiare o toccare quell'arancia tuttavia, quando vediamo una sfera di colore arancione, stiamo vedendo un'arancia che, nel senso comune, può essere annusata, gustata e tenuta in mano.

Fenomeni come gli insiemi e gli oggetti convenzionali del senso comune sono conosciuti come “insiemi di collezioni (tshogs-spyi)”.

Esistono anche insiemi di tipi (rig-spyi), anche se potremmo non sapere che il tipo di oggetto quando lo conosciamo. Un animale, ad esempio, non può esistere come tale senza essere una specie di animale: un cane, un gatto e così via. Una parola non può essere semplicemente tale senza essere una parola di una lingua specifica. O più in generale, un oggetto validamente conoscibile non può esistere come tale senza essere un tipo di oggetto validamente conoscibile, ad esempio una persona o una porta. Gli insiemi di tipo sono imputazioni su insiemi di collezioni.

La domanda, tuttavia, è come possiamo spiegare il fatto che un oggetto validamente conoscibile sia una persona e non qualcos'altro come una porta? Secondo le affermazioni Prasangika-ghelug, quando analizziamo dal punto di vista della verità superficiale o della verità più profonda, non possiamo trovare nulla che rimanga dal lato dell'oggetto.

  • La verità superficiale (kun-rdzob bden-pa, verità occultante, verità oscurante, verità apparente) di qualsiasi fenomeno è la sua apparenza come avente una propria natura essenziale (rang-gi ngo-bo) – la sua natura di essere ciò che è – stabilita da una natura auto-stabilita (rang-bzhin-gyis grub-pa) che è considerata vera dall'inconsapevolezza (ignoranza). Questa apparenza di natura auto-stabilita è ingannevole e falsa. È oscurante (kun-rdzob-pa), nasconde una verità più profonda dell'oggetto. L'apparenza di ciò che è convenzionalmente qualcosa può essere accurata o imprecisa.
  • La verità più profonda (don-dam bden-pa) di ogni fenomeno è la sua vera natura (chos-nyid), vale a dire la vacutà della sua auto-natura (rang-bzhin) – la totale assenza di tale natura auto-stabilita, in quanto non esiste una cosa del genere.

Non possiamo trovare alcunchè dalla parte della persona o della sua base d’imputazione (un corpo e una mente) che la stabilisca come persona, né per il suo potere né per il suo potere insieme all'essere mentalmente etichettata come persona. Né possiamo trovare la sua vacuità. Tuttavia, ciò non invalida il fatto che esistano persone come oggetti convenzionali che possiamo validamente conoscere. L’unica cosa che può spiegare l’esistenza delle persone come oggetti convenzionali è solo l’etichettatura mentale.

Più in dettaglio, gli oggetti convenzionali o oggetti del senso comune sono anche chiamati “dharma” (chos), fenomeni. Un fenomeno è definito come qualcosa che possiede la propria natura essenziale (rang-gi ngo-bo ’dzin-pa). L’etichettatura mentale è l’unica cosa che può spiegare i fenomeni che mantengono la propria natura essenziale rispetto a ciò che sono convenzionalmente. Pertanto, dobbiamo capire correttamente cos'è esattamente.

L’etichettatura mentale

Le categorie e i membri concettualmente impliciti della categoria

L'etichettatura mentale implica una categoria statica e un membro concettualmente implicito della categoria (zhen-yul, oggetto concettualmente implicito). Entrambi possono essere conosciuti solo concettualmente. 

Esistono due tipi di categorie o, in termini di teoria degli insiemi, due tipi di insiemi: categorie audio (sgra-spyi) e categorie di oggetto/significato (don-spyi).

  • Una categoria audio è, ad esempio, la categoria del suono della parola “cane”.
  • Una categoria di oggetto/significato è, ad esempio, quella di tutti gli oggetti che possono essere classificati come cani e il significato della categoria audio “cane”.

Ciascuno di questi due tipi di categorie è un'imputazione su un membro concettualmente implicito della categoria. Ciò significa che una categoria e un membro concettualmente implicito della categoria sorgono in modo dipendente l'uno dall'altro. Nessuno dei due si crea a vicenda nè può esistere o essere conosciuto indipendentemente l'uno dall'altro.

Una nuova categoria di oggetti e un membro concettualmente implicito di quella nuova categoria, come la categoria di oggetti “materia oscura”, potrebbero iniziare la loro esistenza come oggetti validamente conoscibili con la proposta iniziale della teoria della materia oscura. Ma, essendo fenomeni statici, le categorie non crescono organicamente da cause e condizioni come fa un fiore da un seme, dall'acqua, dal suolo e dalla luce del sole, nè cambiano momento dopo momento come fa un fiore quando cresce e poi appassisce.

Il significato di “etichettatura mentale”

L’etichettatura mentale implica:

  • una categoria
  • un membro concettualmente implicito della categoria per il quale la categoria è un'imputazione
  • un singolo elemento rientra nella categoria come membro specifico della stessa.

Con l’etichettatura mentale, una cognizione concettuale etichetta mentalmente su un singolo elemento il “pacchetto concettuale” – il concetto (rtog-pa) – di una categoria e un membro concettualmente implicito della categoria. Questo è il significato di “etichettatura mentale”, è un po’ come incollare qualcosa su qualcos'altro.

Gli elementi che possono essere inseriti in una categoria come membri specifici di essa includono fenomeni sia statici che non statici, ma non devono necessariamente rientrare in una categoria per essere validamente conosciuti. Fatta eccezione per le categorie stesse, anche altri fenomeni statici e tutti i fenomeni non statici possono essere conosciuti in modo non concettuale.

  • Gli elementi che possono essere etichettati mentalmente con il pacchetto di una categoria audio e un membro concettualmente implicito della categoria audio includono tutte le vocalizzazioni del suono di una parola in tutte le voci, i volumi e gli accenti. Ogni volta che sentiamo qualcuno dire “cane”, ad esempio, è attraverso l’etichettatura mentale con la categoria audio “cane” e un membro concettualmente implicito di questa categoria che, indipendentemente da come la persona emette il suono, siamo in grado di comprenderlo come essere il suono "cane".
  • La struttura è la stessa con le categorie di oggetto/significato come la categoria di oggetto “cane”, che è anche la categoria di significato della categoria audio “cane”. Gli elementi che possono essere etichettati mentalmente con il pacchetto concettuale di questa categoria di oggetto/significato e un membro concettualmente implicito di questa categoria includono un vasto assortimento di animali che sembrano abbastanza diversi gli uni dagli altri. Tuttavia, attraverso l’etichettatura mentale con questo pacchetto concettuale – questo concetto di “cane” – siamo in grado di comprenderli tutti come “cani”.
  • È così anche se la categoria è un insieme nullo: una categoria in cui il numero di elementi a cui può essere assegnato lo stato di membro specifico di quella categoria è zero. Ad esempio esiste la categoria “materia oscura”, anche se non è stato ancora trovato alcun elemento che possa essere etichettato con questa categoria e come membro concettualmente implicito di questa categoria. Nel caso della categoria “natura auto-stabilita”, non è possibile trovare membri specifici di questa categoria perché non sono mai esistiti, non esistono e non esisteranno mai. Tuttavia, può esserci una rappresentazione concettualmente implicita di un membro di questa categoria.

La cognizione concettuale

Per semplificare la nostra presentazione, abbreviamo il pacchetto concettuale di una categoria come imputazione su un membro concettualmente implicito della categoria “concetto”.

La cognizione concettuale (rtog-bcas) di qualcosa avviene sempre attraverso il mezzo di un concetto e comporta l'etichettatura mentale di esso su qualche elemento individuale. La cognizione non concettuale (rtog-med), al contrario, è la conoscenza di qualcosa senza tale intermediario.

Consideriamo il caso degli insiemi di collezioni e di tipo, ad esempio l’oggetto convenzionale “cane”. Possiamo vedere la combinazione di una forma colorata più, esistenti imputati su di essa come base, gli insiemi della collezione e di tipo “cane”. Questa è la cognizione sensoriale non concettuale dell’oggetto convenzionale “cane”. Anche se convenzionalmente questo oggetto è un cane, la cognizione visiva non lo distingue come tale, diverso da un gatto o qualsiasi altra cosa diversa da se stesso; lo distingue semplicemente come questo oggetto individuale e qualsiasi altro anche nel campo visivo.

Potremmo quindi pensare, verbalmente o non verbalmente "Questo è un cane". Questa è la cognizione concettuale dell’oggetto convenzionale “cane”. Mentre vediamo il cane, conosciamo concettualmente il concetto “cane” e, mescolandolo con ciò che vediamo, etichettiamo mentalmente il concetto sul cane. In un certo senso, quando etichettiamo mentalmente l’oggetto convenzionale “cane” con il concetto “cane”, adattiamo ciò che vediamo a una categoria statica, come se lo inserissimo in una scatola fissa.

Spesso ci sono molte associazioni che accompagnano il concetto di qualcosa, che in questo caso sarebbero le varie categorie di significato di ciò che i cani significano per noi, ad esempio “carino” o “pericoloso”. Ma quando vediamo semplicemente l’animale, sebbene sia in realtà un cane, non un gatto o qualsiasi altra cosa, ancora non pensiamo “Questo è un cane” e non facciamo alcuna associazione.

La differenza tra imputazione ed etichettatura mentale

La differenza tra imputazione ed etichettatura mentale può essere meglio illustrata confrontando la cognizione non concettuale e concettuale di una persona.

Le variabili influenzanti non congruenti come le persone sono imputazioni su un corpo e una mente individuali. Per semplicità parliamo della singola persona semplicemente come di un'imputazione su un corpo vivo individuale. L'imputazione (una persona) e la sua base d'imputazione (un corpo vivo) sono inseparabili l'una dall'altro, non possiamo conoscerne uno senza conoscere anche l’altro. In quanto tale, il “pacchetto” di persona e corpo vivo su cui viene imputata possono essere conosciuti concettualmente o non concettualmente. In questo modo, come oggetto imputabile conoscibile, possiamo pensare a una persona o vedere una persona.

Anche una categoria come “persona” e un membro concettualmente implicito della categoria “persona” su cui è un’imputazione sono inseparabili, ma il pacchetto concettuale dei due può essere imputato solo concettualmente, mai non-concettualmente. Questo pacchetto concettuale – questo concetto di “persona” – è mentalmente etichettato dalla cognizione concettuale sul pacchetto di una determinata persona individuale e del corpo vivo specifico e individuale su cui viene imputata. In quanto etichettatura mentale, il concetto è anche imputabile conoscibile solo nella cognizione concettuale, mai non concettualmente. Per semplificare ancora di più, consideriamo il pacchetto di una persona specifica e individuale come un'imputazione su un corpo vivente specifico e individuale semplicemente come una persona specifica e individuale.

  • Non possiamo conoscere il concetto di “persona” senza che quel concetto venga etichettato mentalmente, concettualmente, su qualche elemento specifico. In questo caso l'elemento su cui è etichettato questo concetto è una persona specifica e individuale. Ad esempio, non possiamo pensare al concetto che abbiamo di Maria senza che quel concetto venga mentalmente etichettato su Maria, indipendentemente dal fatto che Maria sia presente o meno quando pensiamo a lei.
  • Possiamo però conoscere Maria in modo non concettuale, come nel caso del vederla, senza etichettarla mentalmente con il concetto che abbiamo di lei.

Questa è una delle principali differenze tra imputazione ed etichettatura mentale:

  • I due elementi in relazione di imputazione tra loro non possono essere conosciuti separatamente.
  • Dei due elementi in relazione in un’etichettatura mentale, come questa di persona specifica o di persona in generale, sebbene il concetto “persona” non possa essere conosciuto separatamente da ciò su cui è etichettato mentalmente, cosa può essere etichettato, una persona specifica e individuale, può essere conosciuta separatamente dal concetto di “persona”.

Un’ analisi dettagliata delle tre componenti principali dell'etichettatura mentale

L'etichettatura mentale

Tecnicamente, la categoria in una cognizione concettuale è un'esclusione (sel-ba, sanscr. apoha) – più specificamente, un'esclusione mentale di qualcos'altro (blo’i gzhan-sel). Un tale fenomeno di esclusione è un isolatore statico (ldog-pa, specificatore), vale a dire un “nient’altro che” (ma-yin-pa-las log-pa) o più letteralmente, “l’opposto di non essere qualcosa”. Il “nient'altro che” specifica e isola un elemento come membro specifico e individuale di una categoria: ad esempio, “nient'altro che un membro specifico e individuale della categoria ‘persona’”. Tale isolatore è anche chiamato “un isolatore che specifica un singolo elemento” (rang-ldog) o “un isolatore da una categoria” (spyi-ldog). I due termini sono equivalenti.

In quanto esclusione di qualcos'altro, un isolatore è un fenomeno di negazione (dgag-pa, fenomeno negativo) - un fenomeno conoscibile valido in cui un oggetto da negare è esplicitamente precluso dalla cognizione concettuale che lo conosce. Nello specifico, si tratta di un fenomeno di negazione implicativa (ma-yin dgag): un'esclusione di qualcos'altro in cui, dopo che i suoni delle parole che precludono esplicitamente l’oggetto da negare hanno negato quell'oggetto, implicano subito dopo, esplicitamente o sia esplicitamente che implicitamente, sia un fenomeno affermativo che un fenomeno negativo. Un fenomeno affermativo (sgrub-pa) è quello che si stabilisce come fenomeno validamente conoscibile senza che un oggetto da negare sia esplicitamente precluso dai suoni delle parole che lo esprimono.

Per comprendere qualcosa implicato subito dopo una negazione (bkag-shul), si consideri la negazione implicativa “la persona a cui sto pensando non è una donna”. L’oggetto da negare è “una donna”. Dopo che il suono delle parole dell'affermazione ha precluso che sia una donna quello a cui sto pensando, è implicato esplicitamente subito dopo che quello a cui sto pensando è sia una persona (fenomeno affermativo) sia non è una donna (fenomeno negativo). Implicitamente, il suono delle parole dell'affermazione lascia intendere che sto pensando a un uomo, perché sto pensando a una persona.

Nella cognizione concettuale di una persona, la categoria “persona” appare (sorge) nella cognizione come isolatore mentale “nient’altro che una persona”. Questo fenomeno di negazione implicativa che appare implica subito dopo esplicitamente l’apparenza mentale (snang-ba) di una persona e che non è altro che una persona, e implicitamente una persona.

L’aspetto mentale di una persona è una rappresentazione mentale statica di essa, non può fare alcunchè. Essendo un fenomeno statico non ha una forma propria. Tuttavia, una qualche forma mentale appare in una cognizione concettuale, sia che tale cognizione avvenga vedendo qualcuno o semplicemente pensando a lui o lei. Poiché anche una persona non ha forma ed è un esistente imputato su un corpo, ad esempio, la rappresentazione mentale statica della persona reale può assumere la forma mentale del corpo su cui la persona è imputata, oppure potrebbe assumere la forma mentale del suono della sua voce o semplicemente il suono mentale del suo nome. La persona, infatti, non può apparire né essere conosciuta separatamente dal corpo o dalla voce su cui è imputata. Consideriamo ancora solo il caso della persona come imputazione sul corpo.

La forma mentale che sorge nella cognizione concettuale è quella dell'oggetto concettualmente implicito (zhen-yul) – un ologramma mentale (rnam-pa) della forma di un corpo di senso comune con una persona come fenomeno imputato su di esso come base d’imputazione (gdags-gzhi). Questo oggetto concettualmente implicito – un’entità oggettiva non statica – è, a sua volta, la base per l’imputazione delle tre entità metafisiche (1) la categoria “persona”, (2) l’isolatore mentale “nient’altro che una persona” e (3) l’aspetto mentale (rappresentazione mentale) di persona.

L’intero pacchetto di questi tre fenomeni statici e l’oggetto non statico concettualmente implicito – quello che abbiamo chiamato “pacchetto concettuale” o “concetto” – costituiscono l’etichetta mentale (btag). Per semplificare, l’etichetta mentale è spesso ridotta alla sola categoria.  

La base per l'etichettatura

La base d’etichettatura (gdags-gzhi) per il pacchetto concettuale di una persona è una persona di senso comune come fenomeno di imputazione su un corpo di senso comune che può o meno essere presente e, anche se presente, può o meno essere visto simultaneamente. Si noti che il termine tibetano per base d’imputazione e base di etichettatura è lo stesso.

La categoria che appare (emerge) come isolatore mentale è semitrasparente. Attraverso di essa la coscienza mentale conosce, in modo semi-nascosto, la rappresentazione mentale esplicitamente implicata che viene imputata sull'ologramma mentale dell'oggetto concettualmente implicito che, come base d’imputazione, dà la sua forma alla rappresentazione mentale. L’ologramma mentale dell'oggetto concettualmente implicito è completamente trasparente.

Se una base di etichettatura è presente e conosciuta con una cognizione sensoriale non concettuale separata che accompagna la cognizione concettuale, la cognizione concettuale etichetta mentalmente il pacchetto concettuale su questa base di etichettatura e lo conosce, in modo semi-nascosto, attraverso esso. A causa di questo semi-occultamento, la base di etichettatura, in questo caso una persona del senso comune come imputazione su un corpo di senso comune, non è così vivida come quando si vede semplicemente la persona. Attraverso l’oggetto concettualmente implicito, il pacchetto concettuale etichetta mentalmente la persona di senso comune come un membro specifico della categoria “persona”.

L'oggetto referente dell'etichetta mentale

Come spiegato sopra, come negazione implicativa l’isolatore mentale implica esplicitamente subito dopo la negazione una rappresentazione mentale statica di un membro di una categoria – nel nostro esempio, una rappresentazione mentale di una persona. Implicitamente implica una persona che non appare nella cognizione concettuale. Questa persona implicitamente implicata è l’oggetto di riferimento (btags-chos) dell'etichetta mentale. È ciò a cui si riferisce il pacchetto concettuale (il concetto) di una persona sulla base di una persona di senso comune come imputazione su un corpo e che serve come base per l'etichettatura.

L'apparenza di una persona di senso comune come imputazione su un corpo di senso comune che vediamo, e che è la base per etichettare una persona, è una verità convenzionale (kun-rdzob bden-pa). Sembra essere auto-stabilita (rang-bzhin-gyis grub-pa) grazie al potere di una natura auto-stabilita (rang-bzhin) e di un segno caratteristico che lo definisce, entrambi riscontrabili dalla parte del corpo come base d’imputazione della persona. Anche tutti i componenti del pacchetto concettuale etichettati su di essa sembrano auto-stabiliti allo stesso modo.

Una “cosa” referente

Una “cosa” referente (btags-don) è un vero e proprio oggetto referente auto-stabilito che, dopo l’analisi, può essere trovato e che funge da supporto focale (dmigs-rten) che sostiene l’oggetto referente. La scuola Prasangika confuta anche l’esistenza convenzionale di una tale “cosa” referente.

Riepilogo delle tre componenti principali dell'etichettatura mentale

Le tre componenti principali dell’etichettatura mentale quindi sono:

  • un'etichetta mentale
  • una base per l'etichettatura
  • un oggetto referente dell'etichetta mentale.

Una persona è presumibilmente esistente su un corpo. Questo è un fatto che riguarda le persone e vale sia che vediamo una persona con una cognizione sensoriale non concettuale sia che pensiamo a una persona con una cognizione mentale concettuale. Con la cognizione concettuale di una persona, tuttavia, un’etichetta mentale viene etichettata (incollata) su una persona specifica e individuale come base per la sua etichettatura.

L’etichetta mentale è l'insieme di una persona concettualmente implicita come imputazione su un corpo concettualmente implicito e, imputata a questa persona concettualmente implicita:

  • una rappresentazione mentale statica di una persona che assume la forma del corpo concettualmente implicito
  • un isolatore mentale statico (nient'altro che un membro della categoria “persona”) che specifica questa rappresentazione come ciò che ne segue esplicitamente
  • una categoria statica di una persona che appare come un isolatore mentale.

Si noti che la forma del corpo nell'ologramma mentale può corrispondere a quella che vediamo quando la persona è di fronte a noi. Oppure potrebbe essere una forma arbitraria dell'aspetto del corpo della persona che la rappresenta se pensiamo a lei quando è assente. Anche se corrisponde alla forma che vediamo, la forma che vediamo non è l’oggetto focale che dà origine alla cognizione concettuale.

L’oggetto di riferimento dell'etichettatura mentale della categoria “persona” su una determinata persona individuale come base per l’etichettatura è la persona individuale concreta e specifica, membro della categoria “persona”. Nel dettaglio, l’oggetto referente (la persona convenzionale) è ciò che l’isolatore mentale, in quanto isolatore che specifica un elemento individuale, implicitamente fa seguire dopo aver precluso tutti gli altri membri della categoria “persona”. In termini più basilari, l’oggetto di riferimento del concetto che abbiamo di Maria quando proiettiamo quel concetto su Maria semplicemente come persona è Maria come qualcuno corrispondente al concetto che abbiamo di lei.

L’etichettatura mentale interpola (sgro ’dogs, progettare) sulla persona reale, quindi, lo status di membro della categoria “persona”. L’etichettatura mentale, però, non crea la persona che è un esistente imputato sulla base di un corpo, indipendentemente dal fatto che sia mentalmente etichettata o meno membro della categoria “persona”.

  • Interpolazione significa aggiungere o proiettare su qualcosa qualcos'altro che non è naturalmente presente, come l’aggiungere una piuma a una freccia.

Pertanto, l'esistenza dell'oggetto referente dell'etichetta mentale non è stabilita nel modo di un fenomeno affermativo (sgrub-pa).

  • Un fenomeno affermativo è un elemento definito in termini di costituzione di un elemento (ad esempio avendo un segno caratteristico che lo definisce o essendo una “cosa” referente trovabile [btags-don]), senza che un oggetto da negare sia esplicitamente precluso dai suoni che lo esprimono.
  • Si noti che “stabilito” (grub-pa) e “fenomeno affermativo” (sgrub-pa sono due inflessioni della stessa parola in tibetano.

Invece di essere stabilito come un fenomeno affermativo, l’oggetto referente è semplicemente rappresentato nei termini di un fenomeno di negazione implicativa. Ciò non significa, tuttavia, che l’oggetto referente si costituisca come fenomeno di negazione. È semplicemente ciò che implicitamente segue dal fenomeno di negazione “nient’altro che un membro della categoria”. Quando si esclude concettualmente tutto tranne l’oggetto referente, l’oggetto referente è ciò che rimane.

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